Realizzazione di un Centro Servizi nel Litorale Nord di Bahia

Uno dei problemi maggiori presenti nel Litorale Nord di Bahia è stato, fin dagli inizi degli anni Settanta, la presenza del latifondo: la concentrazione di grandi proprietà terriere nelle mani di pochi proprietari.

L’insediamento sul territorio di alcune imprese multinazionali della cellulosa che hanno introdotto la coltivazione estensiva di pini ed eucalipti, sostituendo la vegetazione nativa (Foresta Atlantica e Foresta di “Restinga”), ha ancor di più accentuato il processo di disintegrazione dell’economia di sussistenza che caratterizzava l’intera zona, provocando un considerevole aumento di invasioni e occupazioni delle terre da parte di numerose famiglie di piccoli agricoltori, esasperati dalle difficili condizioni di sopravvivenza.
La presenza agricola nell’area è ancora forte e diversificata, costituita in larga maggioranza da piccolissimi proprietari (proprietà con estensione da 1 a massimo 10 ettari), giovani braccianti e centinaia di famiglie di assentados, ossia di famiglie contadine che hanno ottenuto in possesso dal Governo locale piccoli appezzamenti di terreno. I terreni sono stati espropriati dall’INCRA – Istituto Nazionale per la Colonizzazione e Riforma Agraria – secondo i criteri stabiliti dalla legge di Riforma Agraria (legge n. 9415 del 1996), e sono in attesa di attribuzione del titolo di proprietà da parte delle autorità preposte.
A causa dell’arretrato sistema agricolo locale (bassissima conoscenza e preparazione tecnica, arretrato uso di tecniche e tecnologie, mancata conoscenza del mercato), la produzione non riesce a superare l’ambito della zona, il che si traduce in un bassissimo reddito per le famiglie che vivono in ambiente rurale, molte delle quali ai limiti della sopravvivenza alimentare, e in un alto numero di persone costrette ad emigrare.
C’è poi da sottolineare che in seguito ai processi di disgregazione del nucleo familiare, in molti casi è la donna a rivestire il ruolo di capo-famiglia, con un ruolo importantissimo non solo come risorsa all’interno delle mura domestiche ma anche di prezioso sostegno alle attività produttive. Così, oltre la metà dei beneficiari del progetto “Realizzazione di un Centro Servizi nel Litorale Nord di Bahia a sostegno dell’agricoltura familiare di tipo organico, associata all’allevamento del pesce di acqua dolce”, è di genere femminile. Tra le attività complementari all’agricoltura affrontate dall’iniziativa ci sono anche la pesca di acqua dolce (pescicultura) e l’allevamento di molluschi.

 

Che cos’è il Lavoro Dignitoso?
Lavoro Dignitoso significa migliori prospettive di sviluppo personale e di integrazione sociale, libertà per le persone di esprimere le loro preoccupazioni, possibilità di partecipare alle decisioni che influiscono sulle loro vite. Il Lavoro Dignitoso è fonte di stabilità famigliare e sociale, di democrazia per le comunità che lo promuovono, di crescita economica e sviluppo per le imprese che allargano le opportunità di occupazioni produttive e dignitose. Il Lavoro Dignitoso è la chiave per eliminare la povertà. Attraverso un lavoro che garantisca un reddito adeguato nel rispetto dei diritti fondamentali, le persone possono espandere le loro scelte e migliorare la qualità della loro vita. “La povertà non è un problema dei poveri”. È una sfida per tutti coloro che credono nella giustizia sociale e nella crescita sostenibile.
Come raggiungere l’obiettivo: “un Lavoro Dignitoso per tutti”?       
         Promuovere i diritti e le norme fondamentali nel lavoro
Ottenere il riconoscimento e il rispetto dei diritti dei lavoratori. Tutti i lavoratori e in particolare i più svantaggiati e i più poveri hanno bisogno di rappresentanza, partecipazione e buone leggi che garantiscano il rispetto delle norme del lavoro per eliminare ogni discriminazione ed ogni forma di lavoro forzato e lavoro minorile.
          Occupazione dignitosa per tutti
Creare per tutti gli uomini e le donne opportunità di un’occupazione dignitosa, ovvero un’occupazione liberamente scelta, a cui corrisponda un reddito produttivo che permetta di sostenere uno standard di vita dignitoso.
          Protezione sociale
Assicurare che tutti gli uomini e le donne godano di condizioni di lavoro che siano sicure, che permettano un adeguato tempo di riposo, che tengano conto dei valori sociali e della famiglia, che garantiscano un’adeguata copertura medica, la sicurezza di un reddito adeguato in caso di vecchiaia, disoccupazione, malattia, maternità o invalidità.
          Dialogo sociale
Rappresenta lo strumento principe della collaborazione tra i tre principali attori coinvolti nello sviluppo del progresso sociale ed economico: i governi e le organizzazioni rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro. Esso risponde alla necessità di negoziare e di risolvere i conflitti in modo pacifico, promuove inoltre la costruzione del consenso attorno alle decisioni e ai programmi stabiliti, assicurando così l’universalità dei valori enunciati.
Lavoro Dignitoso e disuguaglianza di genere
A partire dagli Anni ’80, un numero crescente di donne è entrato a far parte della forza lavoro per combattere la povertà che le colpiva direttamente in modo sempre più allarmante. Questo permette loro di contribuire al sostentamento proprio e della famiglia con un reddito aggiuntivo. Tuttavia il mercato del lavoro ha riservato alle lavoratrici una serie di discriminazioni e disuguaglianze che peggiorano situazioni già precarie. Infatti, nonostante sia cresciuta la percentuale di forza lavoro femminile, la qualità dei loro lavori è rimasta inferiore a quella maschile: il lavoro degli uomini continua ad essere valutato in modo diverso facendovi corrispondere migliori remunerazioni. Inoltre il trattamento discriminante tra uomini e donne contribuisce a mantenere il cosiddetto “tetto di vetro” che riserva agli uomini prospettive migliori di carriera e di crescita professionale, a cui corrispondono salari più alti.
Lavoro Dignitoso e le giovani generazioni
La sfida di realizzare il Lavoro Dignitoso per tutti coinvolge anche i giovani che, nell’ultimo decennio, affacciandosi al mondo del lavoro, hanno trovato una realtà profondamente deteriorata. Due semplici dati ci aiutano a capire le proporzioni del problema: i giovani nei PVS hanno una probabilità 3,8 maggiore rispetto agli adulti di essere disoccupati; nei Paesi Sviluppati questa probabilità è 2,3 volte maggiore rispetto agli adulti. I giovani vengono sempre più sottoimpiegati o sottopagati, vengono così scoraggiati nella ricerca di un lavoro; si stima inoltre che a livello globale l’85% delle nuove opportunità di occupazione provengano dal settore informale. E’ necessario quindi intraprendere iniziative che riguardano non solo la creazione di uno spazio per i giovani nel mercato del lavoro, in particolare cercando di migliorare la transizione dalla scuola al mondo del lavoro, ma soprattutto il miglioramento della qualità dei nuovi lavori, attraverso un approccio basato sui diritti, la partecipazione e la rappresentanza. Non si tratta di un problema unicamente di mancanza di opportunità di lavoro (che crea disoccupazione), ma di gravi disuguaglianze nel sistema di distribuzione delle opportunità (spesso qualitativamente inadeguate). È importante intervenire in questo ambito perché assicurare migliori opportunità ai giovani genera effetti positivi sull’intera società perchè permette di evitare che diventino vulnerabili a circuiti viziosi come quello dell’illegalità o della criminalità.