Il giorno 18 febbraio 2016, a Roma, nella Residenza Ripetta è stato presentato l’annuario di ActionAid, organizzazione internazionale indipendente che con il suo impegno a favore delle comunità più emarginate, promuove il rispetto dei diritti umani, coinvolgendo imprese e istituzioni.
L’esposizione delle posizioni e delle intenzioni di ActionAid, in questa importante conferenza, risultano fondamentali per definire la linea di azione che l’associazione, in concomitanza con le istituzioni, ha intenzione di intraprendere per giungere agli obiettivi ben definiti nel titolo del rapporto: l’Italia e la lotta alla povertà nel mondo.
Questa agenda definisce le linee d’azione verso i Paesi in via di sviluppo e pone una lente di ingrandimento su particolari Paesi come il Brasile, soprattutto in vista delle Olimpiadi 2016 che si terranno proprio in Sud America, ormai sempre più al centro dei dibattiti e delle polemiche e che rappresentano una vera e propria sfida per un Paese ricco di contraddizioni.
Nel panorama mondiale che si prospetta, l’Italia potrebbe ricoprire un ruolo importante e centrale, ma molte sono le problematiche odierne.
Durante l’ultimo G7 è infatti stata assegnata all’Italia la maglia nera per l’aiuto pubblico allo sviluppo, per non aver raggiunto gli obiettivi prefissati in precedenza; allo stesso modo dal rapporto OCSE (ovvero Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), l’Italia si classifica al diciottesimo posto e viene ammonita dalla Comunità Europea la quale suggerisce al nostro Paese di accelerare il processo di privatizzazioni, favorire la produttività, riducendo la tassazione sul lavoro ed infine migliorare il tasso di scolarità.
L’Italia e la Grecia sono gli unici Paesi europei a non aver incrementato uno schema di reddito minimo ai propri cittadini; nasce proprio da questo problema strutturale la proposta di ActionAid e dell’Alleanza contro la povertà: istituire il cosiddetto REIS o reddito di inclusione sociale, il quale ha l’obiettivo di sostenere almeno quattro milioni di persone che vivono in condizioni disagiate, con una spesa annuale che si aggira intorno ai sette milioni di euro.
Il direttore dell’Agenzia Italiana per la cooperazione allo sviluppo, Laura Frigenti, afferma che le risorse investite per la gestione dei migranti giunti sul nostro territorio nazionale e che fuggono da situazioni drammatiche, si aggira intorno ai seicento milioni di euro, ovvero il sessanta per cento dell’aiuto bilaterale italiano.
Questi fondi però non si riflettono in reali trasferimenti verso i Paesi in via di sviluppo e quindi occorre agire in altro senso: incrementare le risorse messe a disposizione, ma allo stesso tempo ridurre la volatilità degli aiuti, definire il ruolo delle organizzazioni private ed avere a disposizione delle politiche coerenti.
Se da una parte è necessario stabilire con chiarezza una parità tra organizzazione private ed Ong (Organizzazioni Non Governative), dall’altra le proposte della Legge di Stabilità 2016, avanzate dal Governo Renzi, dovranno avere una continuazione per ottenere, nel più breve tempo possibile, dei risultati accettabili.
Anche il viceministro per la cooperazione, Mario Giro, ammette l’importanza dell’orientamento agli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU.
Per conseguire uno sviluppo sostenibile sono stati stilati diciassette obiettivi di Sviluppo, i quali vanno a sostituire i precedenti otto obiettivi del Millennio 2000; la sfida principale è quella di sradicare la povertà estrema entro il 2030, prevedendo sistemi di protezione sociale prima di tutto a livello nazionale
ActionAid condivide appieno questi obiettivi e sprona le istituzioni ad impegnarsi a mettere in atto i piani politici volti a combattere la povertà in tutte le sue forme: dalle difficoltà economiche delle varie fasce della popolazione, al divario di genere che colpisce un gran numero di cittadini.